QUI, I DOCUMENTI DELL' VIII CONGRESSO DI RIFONDAZIONE.
Buona lettura.
http://www.liberazione.it/uploads/docs/13592_8188_InsertoCongresso-20pag.pdf
Luogo di contro-informazione comunista a cura del Circolo Peppino Impastato e dei Giovani Comunisti di Bitonto
mercoledì 26 ottobre 2011
giovedì 13 ottobre 2011
FACCIAMO, PER UN GIORNO ALMENO, CHE ANCHE BITONTO SIA ROMA. GRIDIAMOLO ANCHE QUI CHE Noi siamo indignati!
FACCIAMO, PER UN GIORNO ALMENO, CHE ANCHE BITONTO SIA ROMA.
GRIDIAMOLO ANCHE QUI CHE
Noi siamo indignati!
Indignati per tutte le ragioni che porteranno a Roma il prossimo 15 ottobre un fiume umano, pronto a dire, come nel resto del mondo, che l’economia e’ un mezzo e non fine dell’agire umano; che il fallimento delle banche è stato causato dagli speculatori che hanno generato la crisi globale con la loro economia di carta. E ancora, che tra tutte le scelte possibili per fronteggiare la crisi, il Governo italiano non ha trovato di meglio che stangare lo stato sociale, colpendo la sua ennesima manovra la gran massa della popolazione, deprivandola di servizi, di sanità, di scuola, di pensioni. Colpendola sulla quotidianità, con l’aumento dell’IVA e il conseguente rincaro dei prezzi al consumo. E non solo! Accanto alla stretta inferta ai bilanci famigliari, quel che riteniamo ancora più grave sono le continue limitazioni alle libertà garantite dalla Carta costituzionale e al Diritto del lavoro, con il tentato golpe al diritto all’informazione e l’eccidio dello Statuto dei lavoratori, mediante l’articolo 8, che di fatto garantisce alle imprese il pieno dominio sui lavoratori.
E potremmo continuare all’infinito, elencando le nefandezze per cui dovremmo gridare la nostra giusta indignazione, non ultima la quotidiana strage sui luoghi di lavoro, dove si continua morire peggio che in Afganistan o in Libia.
Ma noi qui, a Bitonto, vogliamo gridare la nostra indignazione anche nei confronti di chi ci governa a livello locale, anche contro la nostra Amministrazione: rissosa e spocchiosa quanto incapace di assumere un vero ruolo propulsivo nelle scelte che dovrebbero garantire il benessere sociale e la crescita culturale ed economica della Città.
Intorno a noi , qui e adesso, riusciamo a vedere solo macerie, generate dall’inadeguatezza di questa classe politica che nulla ha di politico, ma che come il Governo centrale tira a campare, aggrappandosi alle ultime individuali scialuppe di salvataggio, mentre tutto intorno va a fondo.
Quanto ancora potremo sopportare tutto questo senza scendere in piazza per mandarli via a furor di popolo, come sta accadendo altrove?
“La storia non ha nascondigli”. Di fronte a quanto sta accadendo nel mondo, in Italia ed anche nella nostra città non è più possibile tacere.
E chi lo farà si renderà colpevolmente complice con quelli che questo sfascio, questa sistematica distruzione del futuro delle nuove generazioni, sta volontariamente provocando.
Noi il 15 scenderemo in piazza e racconteremo di questo.
C’è ancora una possibilità per interrompere questa catena fatta di egoismo, di malafede, di incapacità a gestire la cosa pubblica : noi crediamo sia questo il tempo.
Indignamoci, adesso.
La segreteria politica del Circolo Peppino Impastato
Federazione della Sinistra Prc - Bitonto
sabato 8 ottobre 2011
INDIGNATI, il 15 OTTOBRE TUTTI A ROMA!
IL 15 OTTOBRE è LA GIORNATA DI MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE DEGLI INDIGNATI.
In Italia scendiamo in Piazza a Roma contro le politiche d'Austrity del governo, imposte dalla Bce, dalle lobby del potere internazionale. Per un'alternativa perseguibile a partire dalla spesa sociale, dal diritto allo studio, dal taglio delle spese militari e di tutti gli sprechi della politica, il 15 OTTOBRE NOI CI SIAMO!
Il Prc sta organizzando un pullman provinciale per portare più gente possibile a Roma, il costo del biglietto è di 20 euro, contattateci qui:
giovanicomunisti.bitonto@gmail.com
questo l'appello di RibAlta - alternativa ribelle
http://www.alternativaribelle.it/wordpress/?p=5
In Italia scendiamo in Piazza a Roma contro le politiche d'Austrity del governo, imposte dalla Bce, dalle lobby del potere internazionale. Per un'alternativa perseguibile a partire dalla spesa sociale, dal diritto allo studio, dal taglio delle spese militari e di tutti gli sprechi della politica, il 15 OTTOBRE NOI CI SIAMO!
Il Prc sta organizzando un pullman provinciale per portare più gente possibile a Roma, il costo del biglietto è di 20 euro, contattateci qui:
giovanicomunisti.bitonto@gmail.com
questo l'appello di RibAlta - alternativa ribelle
http://www.alternativaribelle.it/wordpress/?p=5
Ieri, 7 ottobre il Centro Sinistra bitontino ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Valla. Noi lo avevamo invitato alle dimissioni già da tempo...
LETTERA APERTA AL SINDACO VALLA del giorno martedì 26 luglio 2011 alle ore 14.58
Sì, dottor Valla, cosa sta facendo?
Cosa sta facendo proprio lei, un uomo che ritenevamo d’esperienza, per quanto schierato nel 2008 su un fronte politico opposto al nostro e forse anche opposto alle sue stesse corde più profonde, quelle che l’ avevano spinta, anni addietro, a candidarsi per il centro sinistra nella città di Taranto.
Un uomo , e questo appare a noi cosa più dolorosa, che ha prestato il suo servizio nelle Istituzioni dello Stato italiano, che pure criticabile a volte si mostra, ma che dal nostro punto di vista merita comunque il rispetto che gli è dovuto per la sua stessa natura.
Ecco, Signor Sindaco, potremmo chiederle per mille buone motivi di chiudere qui la sua tragicomica esperienza di primo cittadino della nostra Comunità.
Potremmo chiederle di presentare le sue dimissioni perché il paese e le sue frazioni, negli ultimi tre anni, paiono sprofondati in un abisso senza fondo. Ferma, cristallizzata, triste, priva di speranze : questa è diventata la “sua Bitonto”!
Ferma l’edilizia, ferma l’agricoltura, languenti le attività produttive … cancellate la cultura e il turismo … e dello stato sociale della cittadinanza non basterebbe lo spazio di un comunicato stampa per raccontarle.
Sì, Signor Sindaco… raccontarle dello stato sociale delle fasce deboli di questa nostra città, sempre più povera e depauperata. Perché, Signor Sindaco, noi la Città la conosciamo bene.
A differenza dei suoi Assessori, dei Consiglieri della sua maggioranza e persino di Lei che ne è il primo cittadino, noi di Bitonto conosciamo ogni meandro, ogni vicolo … e le file allo sportello della CERIN le facciamo anche noi e parliamo con la gente a cui è stato bloccato il conto corrente ( e non sono sempre “pieni” i conti correnti !), l’assegno di prima dote, il contributo per il canone di locazione perché non erano in regola con i pagamenti di una Tarsu aumentata del 40% in due anni … parliamo con le donne del centro storico, alle quali di essere invase da zanzare e topi non va proprio più giù e neanche si sedersi la sera per prendere il fresco accanto a pozze di percolato fuoriuscito dai sacchetti di una raccolta differenziata mal gestita, che continua a non superare la soglia del 17.60% (aprile 2011). Parliamo con le giovani coppie che speravano in alloggi popolari e che sono costrette a condividere l’appartamento con i genitori, in attesa di tempi migliori, come tanti disoccupati che neanche a nero trovano più occupazione.
E, proprio perché siamo comunisti e “i fatti nostri” proprio non ce li vogliamo fare, parliamo anche con quelli costretti a ricorrere agli usurai, per affrontare non gli imprevisti della vita, ma per restare a galla nella quotidianità; e sapesse quanti ne sono, signor Sindaco! Tanti almeno quanti i giovani bitontini che, capaci di esprimere una splendida capacità creativa in ogni ramo delle arti e della cultura, non riescono a trovare nella sua Amministrazione un punto di riferimento in grado di indirizzare le loro intelligenze in un progetto futuro.
Ecco, per tutto questo e per molto altro ancora, noi potremmo chiederle a gran voce di dimettersi.
Ma non è per questo che lo facciamo.
Noi le chiediamo di dimettersi per il rispetto che lei stesso dovrebbe provare per sé.
Perché un uomo dal suo passato non può rendersi ostaggio di un manipolo di individui il cui unico fine è stato e sarà quello di “gestire il potere”; un potere zozzo e miserabile, destinato nel tempo a trasformarsi in fango, ma pur sempre potere, ai loro occhi miopi, incapaci ci concepire l’impegno politico come gestione del e per il bene della comunità.
Lei, Signor Sindaco, con loro cosa c’entra? Cosa c’entra con le loro tattiche da quattro soldi, con le loro liti di ballatoio, con le loro “creste sulla spesa”, con i loro ricattucci ??
Lei, uomo che ha giurato lealtà allo Stato, come può accettare di convivere con “i mercanti del tempio”? La stanno trasformando in una triste maschera da avanspettacolo nazionalpopolare, e non ci piace che la città continui ad essere il suo triste palcoscenico.
Faccia un gesto d’onore. Si dimetta.
venerdì 7 ottobre 2011
giovedì 6 ottobre 2011
Buone notizie.
Dichiara l’assessore ai Servizi sociali Damiano Somma ai microfoni delle testate on-line bitontine che il Progetto Incroci sociali , una volta arrivate le risposte delle due cooperative che hanno in gestione le oltre 40 donne del progetto, potrà ripartire.
E non solo. Continua infatti l’assessore, affermando che :“al di là di ogni polemica strumentale, a bilancio sono previsti 100 mila euro all’anno per gli incroci sociali almeno fino al 2013”.
Di questo non possiamo che compiacerci e questo, probabilmente, dovrebbe bastare a soddisfare i nostri bassi istinti di “polemisti strumentali”.
Purtroppo, la nostra vis polemica è irrimediabilmente pervicace, tanto da spingerci a cercare e trovare nelle parole del nostro assessore la nota stonata, quel quid di retropensiero che, guarda caso, ci rende un po’ meno soddisfatti.
Sostiene infatti l’assessore di aver operato in modo da “ evitare che dopo 4 anni il Comune fosse costretto ad assumere, a tempo indeterminato, i 40 e passa soggetti coinvolti nel progetto. Un’eventualità che avrebbe trascinato Bitonto nel baratro del fallimento nel giro di pochi giorni”.
Ecco, di questo lavorio (che immaginiamo instancabile) non riusciamo in nessun modo a compiacerci; anzi, lo troviamo fortemente viziato da un pregiudizio di fondo: il pregiudizio che il lavoro, in qualunque sua forma e organizzazione, debba necessariamente restare non stabilizzato, debba permanere “precario e a tempo determinato”. Quasi che, anche ove potessero darsi le condizioni di una stabilizzazione, queste dovessero essere scartate a prescindere, pena il “baratro del fallimento”.
Ma facciamo i conti della serva?
Quanto costerebbe all’anno stabilizzare la posizione lavorativa ( e di un lavoro di fatto part time si tratterebbe ) delle donne impegnate nel Progetto Incroci Sociali?
Ma non tocca a noi fare questi conti. La nostra amministrazione possiede fior di assessori e tecnici e i conti li facciano loro.
Noi, dalla nostra posizione angolare e critica di opposizione (comunista, per aggiunta!) assecondiamo per una volta le richieste dell’assessore Somma e ci mostriamo collaborativi, dandogli un suggerimento: e se dal taglio del solo 30% ai gettoni e ai compensi degli assessori, del sindaco e dei consiglieri tutti si ricavassero 180mila euro l’anno, per quanto tempo si potrebbe prolungare un progetto come Incroci sociali?
Crediamo per molti anni e forse avanzerebbe anche qualche spicciolo per finanziare un breve soggiorno estivo a Castrocaro per i nostri anziani più bisognosi.
Questa sì che sarebbe una buona notizia!
"Ci vogliono schiav* e ignoranti, Ribelliamoci"
Domani i/le Giovani Comuniste/e della Provincia di Bari saranno in piazza a Bari per manifestare contro le politiche economiche neoliberiste del governo, contro tutti i tagli delle Manovre finanziarie che affossano ancora una volta la scuola pubblica, contro l'immobilismo della Regione Puglia in materia di finanziamento al Diritto allo Studio.
Saremo presenti in piazza con un Sound System, ma la manifestazione del 7 è solo l'inizio....
(15 ottobre Roma, Word Revolution, coming soon)
Saremo presenti in piazza con un Sound System, ma la manifestazione del 7 è solo l'inizio....
(15 ottobre Roma, Word Revolution, coming soon)
lunedì 3 ottobre 2011
3 0ttobre 2011: a pochi chilometri da qui.
Poche ore fa, a pochissimi chilometri da qui, a Barletta, alle ore 13 è crollato un palazzo.
Uno dei tanti. Come a Foggia, a Napoli, a l’Aquila, in Sicilia … in una delle tante città d’Italia, cresciute troppo in fretta e senza alcun rispetto di norme, regole, certificazioni e senza controlli, quando anche questi vengono richiesti, proprio come è successo a Barletta.
Ma c’è di più.
In quell' edificio, nella sua parte inferiore, c'era un maglificio clandestino nella quale al momento del crollo pare ci fossero sei operaie. Ed una ragazzina, figlia di una delle operaie.
Normale fatalità. In questo Paese dove si programmano e si finanziano GRANDI OPERE, faraoniche costruzioni che non vedranno mai la luce (e che pure, come il ponte sullo Stretto stiamo già pagando) mentre si omette del tutto la difesa del territorio, la prevenzione, la messa in sicurezza dell’esistente e dei luoghi di lavoro.
Normale fatalità persino nel paese migliore che dovrebbe essere la Puglia, dove comunque si vive all’insegna della più assoluta precarietà.
E allora, pare normale che si muoia sotto un crollo qualsiasi, mentre si svolge un lavoro qualsiasi (probabilmente mal retribuito e senza garanzie, che tanto ormai le regole e i diritti dei lavoratori sono solo l’eccezione …).
Pare normale che quella ragazzina (di cui al momento non sappiamo nulla, se non che fosse una piccola donna e in quanto tale destinata a diventare parte debole della popolazione nazionale, come sua madre, sua nonna e milioni di altre donne d’Italia) non fosse al sicuro in asilo nido, o alla scuola materna, o chissà in quale ordine di un’istruzione pubblica dove non si finanziano più né mense né tempo pieno, perché investimenti per la scuola pubblica non se ne fanno. Che poi, tanto, nella scuola pubblica si evade l’obbligo con tanta facilità … e non c’è rischio che ti ci riportino, che a pagare un’assistente sociale in più c’è rischio di sfondare il patto di stabilità.
Normale.
Ma non per noi.
Noi non troviamo sia normale nulla di quanto sta accadendo, e non da oggi, in questo Paese di “carta”, dove si strappano vite, si violano i diritti acquisiti di cittadinanza e del lavoro, si violentano i dettami della Carta Costituzionale.
Non troviamo normale nulla di tutto questo.
E glielo andremo a dire ,ancora una volta, a Roma il 15 ottobre, sotto le loro finestre.
E ci andremo non senza simboli, ma con la nostra bandiera comunista. Perché è questa la nostra identità, che non vogliamo nascondere, così come vogliamo sia ben chiaro il nostro progetto di società, che si fonda non su sogni o utopie, ma su un’analisi oggettiva della realtà economica, che vede come ineluttabile la fine del liberismo, vetero, neo o globale che sia , e l’abbattimento di questo sistema in cui tutto si è potuto sin qui vendere e comprare.
Come se ogni cosa fosse oggetto, fosse merce: persino la dignità del lavoro e la vita stessa della persona umana.
Come a pochi chilometri da qui. Come oggi, a Barletta.
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